Visita inaspettata… e lo schock di una rivelazione proibita
Sono arrivata a casa di mia figlia senza preavviso… e ho scoperto ciò che non volevo sapere.
A volte crediamo che la felicità risieda nella salute e nella stabilità dei nostri figli. Mi consideravo fortunata: un marito amorevole, una figlia ormai adulta, dei nipotini adorabili. Non eravamo ricchi, ma la nostra casa traboccava di armonia. Cosa potevo desiderare di più?
Beatrice si è sposata giovane, a ventun anni, con un uomo di trentacinque. Non abbiamo protestato: aveva un lavoro stabile, un appartamento a Milano, un carattere tranquillo. Non un ragazzo irresponsabile, ma una roccia. Ha pagato tuttolabito da sposa, la luna di miele in Toscana, i regali sontuosi. In famiglia sussurravano: *Beatrice ha trovato il suo principe*.
I primi anni furono idilliaci. La nascita di Matteo, poi di Sofia, il trasloco in una villa a Como, i weekend in famiglia… Poi, poco a poco, Beatrice si è chiusa in sé stessa. I suoi sorrisi svanivano, le sue risposte erano evasive. *Tutto bene*, diceva, con una voce vuota. Il mio istinto materno lo sapeva.
Una mattina, senza resistere più, la chiamo. Silenzio. Le mando un messaggioletto, nessuna risposta. Salto su un regionale per Como. *Sorpresa*, le dico. Era una bugia.
Sussulta quando mi apre. Nessuna gioia, solo imbarazzo. Si rifugia in cucina. Gioco con i bambini, preparo la cena, resto a dormire. Quella sera, suo marito torna tardi. Una ciocca bionda attaccata alla giacca, un profumo estraneo. La bacia distrattamente. Lei distoglie lo sguardo.
Di notte, mi alzo per bere. Sul balcone, lui sussurra al telefono: *Presto, amore mio… Lei non sa nulla.* Il bicchiere mi trema in mano. La nausea mi assale.
A colazione, la affronto: *Lo sai?* Abbassa gli occhi. *Mamma, lascia perdere. Va tutto bene.* Le descrivo ciò che ho visto, ciò che ho sentito. Ripete, come un mantra: *È un bravo padre. Ci dà tutto. Lamore… passa.*
Mi chiudo in bagno per piangere. Mia figlia non è più che unombra complice. Scambia la sua dignità per borse Prada e vacanze a Portofino.
Quella sera, affronto suo marito. Alza le spalle: *Non la lascio. Pago le bollette. Lei preferisce non sapere. Fatti gli affari tuoi.*
E se le dicessi tutto?
Lo sa. Chiude gli occhi.
Schock. Sul regionale del ritorno, soffoco. Mio marito mi supplica: *Non insistere, la perderai.* Ma lho già persa. Si spegne, giorno dopo giorno, accanto a quelluomo che colleziona amanti.
Prego che una mattina, davanti allo specchio, ricordi che merita di più. Che lonore vale più dei soldi. Che prenda i bambini e se ne vada.
Io? Resterò qui. Anche se mi respinge. Una madre non rinuncia mai. Neanche quando il dolore le strappa il cuore.






